Il Comandante ("Jake") J.R. Schneider ha riferito al Naval Air
Warfare Center Aircraft Division, Test & Evaluation, dal suo
precedente incarico al Naval Sea Systems Command nel programma
International Submarine presso il Washington Navy Yard. Dopo il
ritiro dal servizio attivo, il Comandante Schneider si è
qualificato come Battle Watch Captain presso la più grande
flotta di Combat Logistics al mondo; Comando Militare Sealift,
anche presso il Navy Yard. Il suo precedente tour di servizio
attivo è culminato come pianificatore delle operazioni e capo
del ramo di esercitazioni militari presso l'ufficiale delle
forze navali della flotta per le forze navali europee e
africane, la sesta flotta degli Stati Uniti nel Mar
Mediterraneo. Prima del suo ultimo giro di servizio attivo, ha
prestato servizio presso il Navy Expeditionary Combat Command e
si è schierato per un anno come consigliere militare presso
l'Ufficio di assistenza alla sicurezza presso il Multinational
Security Transition Team (MNSTC-I) Baghdad, Iraq.
Jake Schneider si è laureato alla Old Dominion University con un
B.S. in Psicologia dell'Organizzazione-Industriale e dei Fattori
Umani.
Ha servito come ufficiale della marina mercantile ed è un
veterano decorato da combattimento del Corpo dei Marines degli
Stati Uniti. Ha ricoperto diversi incarichi di servizio
marittimo su varie navi anfibie e piattaforme di guerra
antisommergibile. Le decorazioni militari di CDR Jake Schneider
includono:
Medaglia della stella di bronzo,
Medaglia del cuore viola,
Medaglia del servizio meritorio,
Medaglia dell'encomio dei servizi congiunti,
Medaglia dell'encomio della Marina e del Corpo dei Marines (2),
Medaglia del successo della Marina e del Corpo dei Marines,
Medaglia di spedizione USMC (2), Forze armate
Medaglia di spedizione,
Medaglia di spedizione della guerra globale al terrorismo,
Medaglia della campagna in Iraq (2),
Medaglia del servizio dell'Asia sudoccidentale,
Medaglia della liberazione del Kuwait (Arabia
Saudita, Kuwait),
Medaglia della campagna del Kosovo,
Medaglia del servizio umanitario,
Medaglia della NATO e Nastro dell'azione di combattimento
(Beirut, Libano).
Jake
Schneider sostiene e fa volontariato per diversi enti di
beneficenza senza scopo di lucro e partecipa al Progetto Liberty
a Baltimora, nel Maryland.
La moglie di Jake, Rita Esposito di Napoli,
Italia.
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RITA MOGLIE DI JAKE |
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JAKE IN LIBANO |
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JAKE FERITO DOPO
L'ATTENTATO |
LETTERA RACCONTO DI
MAURO MELLONE |
Ciao ragazzi!!!
Come vi avevo
promesso siamo quasi giunti all' epilogo della straordinaria
vicenda umana che vede in questi giorni, noi Soldati di ITALCON
di nuovo protagonisti in prima linea...ma prima di darvi la
gradita notizia, devo concludere di scrivere la rievocazione di
quello che accadde quella mattina di domenica 23 ottobre 1983,
quando due veicoli caricati ognuno con 5400 chilogrammi di gas
esplosivo EXOGENE distrussero la sede del 1st Battalion 8th
Marines americano (causando duecento quarantuno morti e sessanta
feriti) e quella della 3ème Compagnie 1er Régiment de Chasseurs
Parachutistes francese (causando cinquantotto morti e quindici
feriti) a Beirut, in quella che fu definita l'esplosione non
nucleare più potente mai posta in essere.
Al Comando di ITALCON, superata la tensione spasmodica, finito il
supplizio dei quindici minuti trascorsi a fissar l’orologio e
ascoltare il Tic-tac, non pensavano ad altro che a correre
laggiù.
Gli Ufficiali in un convulso via-vai seguivano le operazioni di
soccorso. "Dite a quelli del Genio di portare un paio di Leopard
e un paio di gru!"
"Portate altre vanghe, altri picconi, altre vanghe! Non bastano
quelle che avete mandato!"
"E non dimenticate le maschere, i guanti, le maschere! “…Si
erano scelti un robusto fabbricato di quattro piani a sud- est
dell’aeroporto, i mille del contingente americano, un palazzone
in fondo al viale che costeggiava il terminal poi la torre di
controllo poi gli hangar.
E già all' altezza del terminal scorgevi bene l’inconfondibile
sagoma bianca che insieme al rosso e al blu della bandiera si
stagliava contro il verde degli alberi. Intorno all' alto
edificio infatti non esistevano che i boschetti di gelso.
Davanti, un filare di palme.
Per raggiungere il Comando Americano, si doveva percorrere Rue
de l’Aerodrome, poi si svoltava a sinistra nel viale che
costeggiava il terminal, superarlo, poi la torre di controllo
poi gli hangar…quella mattina però i soccorritori avevano
l'impressione allucinante di aver sbagliato strada.... perché
passati gli hangar, l’inconfondibile sagoma bianca non si vedeva
più.
E neanche la bandiera... È sbriciolato,
disintegrato dall' esplosione che alle sei e ventiquattro aveva
colto i mille nel sonno, il robusto fabbricato di quattro piani.
Al suo posto, una distesa di macerie alte meno di un autocarro.
E un puzzo di carne carbonizzata che il vento spargeva insieme
all' odore acre dell’exogene, alle grida, alle bestemmie, ai
lamenti.
Ogni passo una fitta di collera e di raccapriccio.
Qui un dito, qua un piede, là una mano o un avambraccio o un
orecchio che venivano raccolti e gettati alla rinfusa nei sacchi
come la spazzatura d' una macelleria: i più erano rimasti
smembrati in decine di pezzi.
Altri invece erano rimasti spappolati sotto le armature di
ferro, le mura crollate: sembravano bassorilievi di sangue.
Altri erano rimasti talmente carbonizzati che a sfiorarli si
rompevano con schianti secchi.
Di feriti ne vedevi pochi, e a guardarli rimpiangevi che non
fossero morti anche loro. Tronchi privi degli arti, volti
ridotti a poltiglia, mostri sui quali anche gli infermieri si
chinavano con raccapriccio.
Quanto ai meno gravi, morivano spesso per l’incapacità dei
soccorritori mandati dal municipio. Scevri di tecnica o resi
insensibili dalle carneficine cui erano abituati, i più badavano
solo a sgombrare le macerie nel minor tempo possibile.
Per esempio usavano le ruspe alla cieca e, anziché estrarre le
vittime con delicatezza, le rastrellavano insieme ai detriti. Le
infilzavano, le straziavano.
Oppure nel sollevare un lastrone che imprigionava il corpo da
rimuovere si dimenticavano di puntellarlo, e questo ricadeva
schiacciando chi avrebbero potuto salvare...
...Le squadre di soccorso Italiane di ITALCON funzionavano
meglio perché erano dirette dagli Specialisti del Genio Pionieri
e perché sì erano portate dietro un Leopard con la gru:
l’attrezzo permetteva di issare e puntellare qualsiasi macigno.
L' EPILOGO
Il Plotone Genio
era Comandato dal Tenente MARIO ROSATI, un autentico
professionista e specialista del settore. Bene, ragazzi! Grazie
alle competenze Ingegneristiche del Tenente MARIO ROSATI e alla
sua direzione delle operazioni di soccorso, furono tratti in
salvo parecchi Marines.
Uno di questi
Marine ai quali, grazie all' intervento del Genio Pionieri di
ITALCON, venne salvata la vita, si chiama JAKE SCHNEIDER. JAKE
al suo ritorno negli USA è stato decorato, insieme agli suoi
compagni del 1st Battalion 8th Marines, con la PURPLE HEART, la
decorazione più antica e prestigiosa che venga assegnata a
Marine feriti o caduti in servizio, dall' allora Presidente
degli Stati Uniti d' America Ronald Reagan.
JAKE e i suoi
compagni Marine non hanno dimenticato quella tragedia e secondo
la tradizione del Corpo dei Marines e del Governo Americano,
ogni anno il 23 Ottobre, viene celebrato il Memoriale in Onore
dei Marine caduti.
JAKE e i suoi compagni Marine, ovviamente non hanno dimenticato
nemmeno i Soldati Italiani, salvarono le loro vite. In questi
lunghissimi 30 anni JAKE ha cullato nel suo cuore e nella sua
mente la speranza di poter ritrovare un giorno il Tenente MARIO
ROSATI, per poterlo ringraziare e riabbracciare, ma le vicende
della vita, la lontananza, le mille difficoltà della ricerca di
un contatto che fosse quello giusto sembravano fino a pochi
giorni fa essere insormontabili.
Due settimane fa un ex Carabiniere che appartiene al nostro
Gruppo che si chiama STEVE MANCUSO si è messo in contatto con me
e dopo aver dialogato un pò sulla nostra Missione e sul Medio
Oriente, tema sul quale STEVE è preparatissimo, mi ha chiesto un
favore: "Mauro, vedo che tu sei stato a Beirut in Missione e che
pubblichi le foto di ITALCON e ne scrivi interessanti pezzi di
storia. Io (STEVE), sono un vostro ammiratore, ma non ho
partecipato alla Missione, perché quando voi eravate a Beirut,
io avevo solo 11 anni, e vi seguivo alla TV e sui giornali.
Tu sicuramente, conoscerai tanti Ufficiali, Sottufficiali e
militari che fecero parte della Missione. Aiuteresti JAKE a
ritrovare il Tenente MARIO ROSATI?" "Lo farò certamente STEVE!
sono o non sono un Esploratore?"
Ricordavo che il Tenente MARIO ROSATI, pur essendo Comandante
del Plotone Genio, indossava il Foulard color Cremisi dei
Bersaglieri e mi venne la brillante idea di cercare e provare a
mettermi in contatto con il Generale BRUNO TOSETTI, già
Comandante della LIBANO I e del 2° Battaglione Bersaglieri
"Governolo" durante la LIBANO II, affinché si unisse a me e mi
aiutasse nella ricerca del Tenente MARIO ROSATI. Ufficiale e
Gentiluomo il Generale BRUNO TOSETTI, persona squisita, colta,
di gran classe e dotato di una immensa umanità, ha risposto al
mio appello con entusiasmo da autentico condottiero armato di
uno Spirito Bersaglieresco senza pari, ha sguinzagliato i suoi
Esploratori con il Piumetto e in un batter d' occhio ha
ritrovato il Tenente MARIO ROSATI - Grazie Generale BRUNO
TOSETTI.
BENE RAGAZZI, OGGI 17 OTTOBRE 2013, A POCHI GIORNI DAL MEMORIALE
DEI 30 ANNI DA QUELLA STRAGE TRAMENDA, JAKE HA POTUTO RISENTIRE
AL TELEFONO LA VOCE DEL TENENTE MARIO ROSATI, COMANDANTE DEL
GENIO PIONIERI DI "ITALCON", CHE IL 23 OTTOBRE 1983 A BEIRUT,
GRAZIE ALLA SUA PROFESSIONALITA' FECE SALVA LA VITA DI JAKE E
DEI SUOI COMPAGNI MARINES DEL "1st Battalion 8th Marines".
…la storia continua
Ciao ragazzi, JAKE, il Marine salvato dall' intervento del
Tenente MARIO ROSATI, stamattina 18 Ottobre 2013, a distanza di
30 anni ha avuto il primo contatto telefonico con MARIO.
Inutile che io faccia dei commenti, lasciamo che a parlare siano
i protagonisti.
Jake mi ha appena scritto:
"Mauro, I just spoke to Mario, it was very moving. I had no
ideal, he was just hours away, when my spouse Rita & l lived in
Napoli. He will be spoken very kindly of since he too is a
Beirut Brother! I will visit with Colonel Tim Geraghty, our CO
of troops in Beirut to tell him I reached him, I will ask him to
sign a book written by the Colonel, Peacekeepers at War. Thank
you! You did a wonderful thing and have granted me a very
fervent wish to express to the man who worked tirelessly to
search, recover & rescue remaining survivors. I tried to post on
the fb for the cavaliere"
Traduzione in Italiano:
Mauro, ho appena parlato con Mario, è stato molto commovente.
Non avevo ideale, è stato poche ore di distanza, quando mia
moglie Rita & l vivevano a Napoli.
Egli sarà parlato molto gentilmente di dato anche lui è un
fratello Beirut!
Mi recherò con il colonnello Tim Geraghty, il nostro CO di
truppe a Beirut per dirgli che lo raggiunsi, gli chiederò di
firmare un libro scritto dal Colonnello, forze di pace in
guerra. Grazie!
Hai fatto una cosa meravigliosa e mi hai concesso un desiderio
molto fervido per esprimere l'uomo che ha lavorato
instancabilmente per cercare, recuperare e salvare i
sopravvissuti rimanenti.
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